L’antico Libro di Enoch (libro sacro che fu ritrovato nelle Grotte di Qumran, in Israele) racconta che il pilastro “Zed“, che è molto più antico della Piramide di Cheope (10.000 a.c.), che lo ospita, fu trasportato dalla Mesopotamia con un carro trainato da 600 buoi ed in seguito posto sulla cima della piramide di Saqqara. La Piramide di Saqqara è una piramide a gradoni (la più antica delle piramidi egizie) con in cima una base composta da un materiale molto resistente. Da alcuni studi si è evidenziato che la base della cima dell’antica Piramide di Saqqara è compatibile con le misure della base ed il peso del pilastro Zed. Da ciò è intuibile dunque che lo Zed anticamente, ancor prima di essere all’interno della Piramide di Cheope, era situato in cima alla Piramide di Saqqara. Ma perché il bisogno improvviso di spostarlo e di nasconderlo? Un’imposizione, un ordine voluto dalle “alte cariche” egizie? Resta un mistero! Lo Zed fu quindi portato a Giza e protetto all’interno della maestosa Piramide di Cheope.
Sono passati ormai nove anni dalla scomparsa di Mario Pincherle, grande archeologo, poeta e attento studioso dell’uomo ma, soprattutto, un carissimo Amico. La nostra amicizia, come lui la definiva, era nata fra “contemporanei”, fra “senza tempo”, non fra coetanei. Avevo già avuto modo di apprezzarlo in tv, affascinato dalla teoria della torre celata nella Grande Piramide di Giza, poi, non certo “per caso”, ebbi modo di conoscerlo di persona e da quella volta una profonda stima e simpatia reciproche mi permisero di entrare in profondità nelle sue scoperte e nel suo pensiero. Un grande uomo, una mente brillate ed eclettica che ha avuto eccezionali intuizioni in vari campi di ricerca storica e umanistica. Questo ed altro condensato in una delle teorie più rivoluzionarie dei tempi moderni che pian piano si sta facendo strada anche in ambito accademico.