Ossa fossili sotto la Grande Piramide

by ArcheoWorld
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Quella che ho deciso di rendere nota è, a grandi linee, l’avventura che ho vissuto da protagonista iniziando col ruolo di “piramidiota” e arrivando a sfiorare l’idea di sentirmi collaboratore di uno dei massimi esperti nella ricerca scientifica avanzata. Nelle grandi scoperte è stato determinate l’apporto di un folle sognatore o di un asino che, inciampando, ha rivelato il tesoro nascosto. Il “caso”, come lo chiamiamo, si manifesta nelle forme che meno ti aspetti.
Per me è stato lo stesso!

La mia presenza in Egitto è stata assidua nei trascorsi 20 anni, molto per passione, ma anche per esigenza professionale. Negli anni 2007-2008 però le mie visite furono assai più frequenti, fino a quattro volte l’anno. Il motivo fu legato sequenzialmente agli eventi accaduti nella precedente visita, nel 2006. In quell’occasione viaggiavo con un ristretto gruppo di appassionati. La partenza era programmata da Roma e durante il trasferimento all’aeroporto una concomitanza inconsueta, oserei dire “tragica”, di fattori mi fece dimenticare la borsa fotografica sul treno di collegamento. Oltre alla perdita economica si prospettava l’inutilità di effettuare il viaggio stesso in quanto, il mio scopo primario, era realizzare un buon reportage in virtù di alcuni permessi acquisiti per “visite esclusive”. Nonostante l’inconveniente, prendendo atto che il viaggio era ormai totalmente pagato, anche se non sarebbe stato più come me lo aspettavo, decisi di partire lo stesso. Ovviamente il mio morale restò abbastanza basso, così come il mio sguardo, durante i giorni a seguire. Ho sempre avuto un approccio pragmatico nel valutare le situazioni e l’ho sempre applicato anche durante i miei viaggi, così, mentre tutti giravano nella piana di Giza ammirando le grandi piramidi che si proiettano nel cielo, la mia attenzione è sempre stata attratta da quello che stavo calpestando e questo approccio, accentuato dall’umore del momento, direzionò la mia attenzione su qualcosa di curioso al quale mi stavo avvicinando. Notai una forma curiosa fatta di frammenti scuri inglobati nella roccia più chiara che, a prima vista, mi ricordava le venature di una grande foglia. In certi luoghi e situazioni nella mia mente riaffiorano teorie, nozioni ed esperienze acquisite che, automaticamente, confronto con ciò che ho di fronte. Una sorta di database multidisciplinare. In quel caso pensai velocemente ad un vegetale fossilizzato nella roccia e, conoscendo gli studi del chimico francese Joseph Davidovits sui geopolimeri e sulla possibilità che gli antichi egizi avessero usato tecniche di riagglomerazione calcarea, scattò in me la determinazione nell’approfondire la scoperta. Non potendo scattare foto, ripulii soffiando quella curiosa formazione e mi soffermai alcuni minuti a riflettere. In verità c’era poco da riflettere, il giorno seguente sarei partito per l’Alto Egitto e non potevo perdere l’opportunità. Di getto cercai una pietra per staccare un piccolo frammento di quella bizzarra formazione scura e, una volta fatto, lo riposi in un barattolino per pellicola fotografica. Avevo già prelevato alcuni campioni di pietre in visite passate e in luoghi diversi della piana di Giza. Deformazione professionale!

Quando tornai a casa il mio primo pensiero fu attrezzarmi con un nuovo corredo fotografico ma il secondo fu quello di approfondire la scoperta fatta.

Iniziai contattando “con discrezione” le mie conoscenze in campo archeologico!
In ogni settore, ma specialmente in quello delle ricerche, di qualsiasi tipo, vige una sorta di guerra non dichiarata fra i vari protagonisti per emergere quale “rivelazione”. Non che il mio ego aspirasse a tanto ma era meglio non dettagliare troppo certe circostanze. Dopo qualche mese ottenni, insperatamente, il diretto contatto di un vero luminare nel settore di ricerca che mi interessava, il Prof. Michel W. Barsoum, del Dipartimento di Scienza dei Materiali e Ingegneria presso la Drexel University di Philadelphia (USA). 

Il Prof. Michel W. Barsoum

Il Prof. Barsoum e il suo dipartimento si occupano di sperimentazione e ingegnerizzazione di materiali ceramici tramite nanotecnologie ma fonti attendibili mi informavano che cospicui fondi erogati dal Drexel Intitute erano destinati allo studio di tali tecnologie applicate nell’Antico Egitto. Chissà perché?

Le sede storica del Drexel Institute a Philadelphia

In una prima email datata 8 gennaio 2007, condita da complimenti vari, mi dichiarai appassionato di Egitto, curioso delle nuove ricerche e… bla bla bla! Dopo qualche giorno arrivò una risposta formale corredata di link e password per abilitare il download di un pdf istituzionale informativo. Il primo contatto era avvenuto!
Con la seconda email provai a sondare la curiosità, e la reale disponibilità del Prof. Barsoum ad un futuro confronto, allegando alcune foto ed accennando al rinvenimento di “curiosi frammenti” di roccia repertati nelle adiacenze della Grande Piramide. Questa volta l’attesa fu più breve e la risposta più articolata lasciando trasparire una certa disponibilità. Nei mesi successivi il contatto divenne costante e il confronto più aperto. Il termine “confronto” è improprio: lui mi informava con qualche dettaglio di dati e immagini di scansioni al microscopio che nemmeno capivo mentre io ancora non avevo nemmeno accennato al frammento che era oggetto del mio interesse.
Un giorno, controllando l’email, leggo e sobbalzo di scatto dalla poltrona:

3 aprile 2007
Dear Sandro, thank you very much and the same to you.  Any news or samples from Egypt. I will be going to Los Alamos National Lab in July to do neutron diffraction on some pyramid samples. This technique is very sensitive to H and thus if the samples contain water.  So if you have samples that you suspect have water if you send them to me I can look at them and send them back to you. Just a thought. Cheers. Michel

Caro Sandro, grazie mille, lo stesso anche a te. Alcune notizie su campioni dall’Egitto. A luglio andrò al Los Alamos National Lab per fare la diffrazione dei neutroni su alcuni campioni di piramide. Questa tecnica è molto sensibile a H (Idrogeno) e quindi se i campioni contengono acqua. Quindi, se hai dei campioni che sospetti abbiano acqua, se me li mandi posso guardarli e rispedirteli. Solo un’idea. Saluti. Michel

La considerazione e la fiducia manifestate non potevano non essere contraccambiate. Era il momento che aspettavo, potevo scoprire le carte! In una successiva email informo il Prof. Barsoum della mia disponibilità ad inviargli alcuni frammenti di pietra fra cui uno, in particolare, molto interessante e misterioso… tanto per enfatizzare l’attesa! Dopo aver concordato alcuni passaggi, il 27 maggio 2007, spedisco, via FedEx, il plico con i campioni. Velocemente arrivano a destinazione:

28 maggio 2007
Sandro, I got the samples. They look great… we will look at them shortly. Michel
Sandro, ho avuto i campioni. Hanno un bell’aspetto … gli esamineremo a breve. Michel

Non restava che attendere i risultati delle analisi che iniziarono subito nei laboratori della Drexel University. Infatti, dopo pochi giorni mi comunicò quanto segue:

3 luglio 2007
Sandro, in one sample labeled Khufu we fidn that it is Ca-phosphate!! Not carbonate… i.e. it is the same as the outer surface of the Lauer sample.  Where did you get that sample from?? Very interesting! We looked at another one and it looks natural (I have to ask my student which one it is). We will look at other two soon. Cheers. Michel
Sandro, in un campione etichettato Khufu crediamo che ci sia Ca-fosfato!! Non carbonato… cioè è uguale alla superficie esterna del campione di Lauer (?). Da dove hai preso quel campione?? Molto interessante! Ne abbiamo guardato un altro e sembra naturale (devo chiedere al mio studente quale sia). Ne vedremo presto altri due. Saluti. Michel

Il campione sopra menzionato

Capisco che il frammento in cui riponevo maggior interesse non era stato ancora preso in considerazione. Dovevo ancora pazientare un po. Fino a quando:

8 luglio 2007
Sandro, the sample came from the black viens visible in the pictures you sent me? (The sample was dark). If so please explain where that floor was relative to Khufu? I presume it was a floor, yes? I am not sure about carbon dating since there is not much C.  I will not tell anyone at this stage. We will go back and look at sample in more detail. That makes much more sense than blocks from the pyramids… this is exciting… cheers. Michel
Sandro, il campione proveniva dalle venature nere visibili nelle foto che mi hai mandato? (Il campione era scuro). Se è così, per favore, spiegami dove era quel pavimento rispetto a Khufu? Presumo fosse un pavimento, vero? Non sono sicuro della datazione al carbonio poiché non c’è molto C (carbonio). Non lo dirò a nessuno in questa fase. Torneremo indietro e esamineremo il campione in modo più dettagliato. Ha molto più senso dei blocchi dalle piramidi… questo è eccitante… complimenti. Michel

Iniziava a delinearsi la mia intuizione; seppur ignaro dei probabili risvolti futuri, mi ero imbattuto in qualcosa di anomalo e sconosciuto. La mia curiosità aumentava di pari passo col trascorrere del tempo, quel tempo che mi separava dalle analisi che sarebbero state effettuate al Los Alamos National Lab. Nel frattempo anche il Prof. Barsoum era incredulo e in agitazione, Mi scriveva frequentemente accertandosi sulle indicazioni che gli avevo fornito:

10 luglio 2007
Sandro, are you absolutely sure? You mean from the Pyramid itself? This is wild… it is not even CaCO3 but CaPO4 – i.e. bones!! Please check your notes again! Why would they use bones on the pyramid?? Michel
Sandro, sei assolutamente sicuro? Intendi dalla piramide stessa? Questo è folle… non è nemmeno CaCO3 ma CaPO4 – cioè ossa!! Per favore controlla di nuovo le tue note! Perché dovrebbero usare le ossa nella piramide?? Michel

14 luglio 2007
Sandro, do you have samples of the limestone around these bones? If you look carefully at some of the black pieces they look like femur ends!! There is no doubt it is bone! Now why they are buried there and what bones they are is another mystery. Are you sure nobody reported these bones somewhere? Michel
Sandro, hai dei campioni di calcare attorno a queste ossa? Se guardi attentamente alcuni dei pezzi neri sembrano estremità del femore!! Non c’è dubbio che siano ossa! Ora perché sono sepolti lì e quali ossa siano è un altro mistero. Sei sicuro che nessuno abbia segnalato queste ossa da qualche parte? Michel

Ossa? Un femore? Resti umani fossilizzati nella roccia della Grande Piramide??
Sembrava tutto così strano e assurdo ma che poteva avere un senso solo se inquadrato nella teoria del calcare riagglomerato: le ossa potevano essere cadute, o gettate nell’amalgama. Infatti, il Prof. Barsoum mi chiedeva se avevo dei campioni della roccia circostante da poter analizzare. Ma non li avevo!
Decisi così di organizzarmi per prendere il primo volo utile per il Cairo, sarei stato ospite dell’amico Robert Bauval che a quel tempo abitava in Hadayek Al Ahram, di fronte alle piramidi. Restai a Giza per cinque giorni con la speranza di potermi procurare il campione di roccia necessario. A tale scopo risultò provvidenziale l’aiuto di un carissimo amico egiziano, persona molto influente a Giza, che, interessatosi al mio viaggio per “ricerca” mi fornì un surrogato di lasciapassare: un suo biglietto da visita con qualcosa scritto di sua mano sul retro. Non ho saputo il significato della scritta in arabo ma le volte che fui richiamato dalle guardie, perchè sconfinato oltre il perimetro della Grande Piramide consentito ai visitatori, mostrando il biglietto fui ricambiato con un saluto quasi militare. Protetto da questo “lasciapassare” recuperai quanto sperato e dedicai il tempo restante alla ricerca di nuovi indizi. 

Campioni repertati dalla roccia inglobante la formazione

Sapevo bene cosa cercare e la motivazione e l’occhio allenato mi consentirono di scoprire un’altro particolare interessante inglobato in una pietra non distante dalla Grande Piramide. Il blocco in questione non sembrava avere una correlazione stretta con essa ma mostrando uno strano foro conico di forma elicoidale ed essendo posizionato nelle sue immediate vicinanze mi suggeriva di prelevarne un campione corredandolo da una nutrita serie di foto scattate da diverse angolazioni.

Intanto continuavo a ricevere email con gli aggiornamenti sulla ricerca:

25 luglio 2007
I showed your pictures of the bones to a collaborator and he thinks the bones are those of a mammal!! So please make sure you get us some samples of the limestone surrounding the bones for analysis. Have fun in Egypt. Cheers. Michel
Ho mostrato le tue foto delle ossa a un collaboratore e lui pensa che le ossa siano quelle di un mammifero!! Quindi assicurati di portarci alcuni campioni del calcare che circonda le ossa per l’analisi. Divertiti in Egitto. Saluti. Michel

Rientrato in Italia soddisfatto della visita a Giza ricevetti, finalmente, notizie sulle tanto attese analisi certificate dal Los Alamos National Lab:

30 luglio 2007
VERY INTERESTING NEWS – Dear Sandro, the sample, RP DSC-0258, that you had given to me, from your office, is “very modern”.!!! So the limestone around it MUST have been CAST! So did you have the sample that you got from the vicinity of that fossil?? Michel
NOTIZIE MOLTO INTERESSANTI – Caro Sandro, il campione, RP DSC-0258, che mi avevi mandato dal tuo ufficio, è “modernissimo”!!! Quindi il calcare intorno DEVE essere stato COLATO! Quindi hai il campione che hai preso dalle vicinanze di quel fossile?? Michel

Notizia sconvolgente, incredibile! Scientificamente probante di scenari fino ad allora solo teorizzati.
Risposi immediatamente:

3 agosto 2007
Hello Michel, you give me a very interesting news, that I hope can bring new discoveries. Is it possiblie to know the approximate age of the bones? However, I have the samples of the limestone near the “bones” and of the block of “helix” formation. I will send you the material in the first days of September when it will take back the normal activity of the couriers.
Ciao Michel, mi dai una notizia molto interessante, che spero possa portare a nuove scoperte. È possibile conoscere l’età approssimativa delle ossa? Tuttavia, ho i campioni del calcare vicino alle “ossa” e del blocco di formazione “ad elica”. Ti spedirò il materiale nei primi giorni di settembre quando riprenderà la normale attività dei corrieri.

Ma da quel momento accadde “qualcosa” che impose una nuova linea di gestione della vicenda. Per diverso tempo non ricevetti nessuna comunicazione in risposta alla mia richiesta sulla datazione e solo verso metà settembre il Prof. Barsoum si fece nuovamente vivo:

18 settembre 2007
Sandro, bad news. It appears that the bone fossil is old after all. So, I presume that the limestone is natural. Send me the sample anyway. Michel
Sandro, cattive notizie. Sembra che il fossile osseo sia vecchio, dopotutto. Quindi, presumo che il calcare sia naturale. Mandami comunque il campione. Michel

Era chiaro! Per qualche volontà, come spesso accade, la vicenda doveva cambiare impostazione. Il sensazionalismo emozionale stava per essere sostituito da un occultamento pilotato. Non sono uno sprovveduto, madre natura mi ha dotato di una buona lungimiranza, e so riconoscere le menzogne. Oltretutto, su quali basi si possono sovvertire analisi scientifiche operate in uno dei laboratori con le migliori tecnologie a livello mondiale, improvvisamente, senza spiegazioni plausibili? Ciò nonostante mi veniva richiesto di inviare comunque il frammento di roccia circostante. A che scopo ulteriori verifiche se tutto rientrava nella norma? Sospettai che una volontà diversa da quella della pura ricerca della verità si era sostituita a quella del Prof. Barsoum e che tutto sarebbe finito inevitabilmente nel nulla. Decisi, con rammarico, di terminare il nostro rapporto… inutile proseguire!
Altre email mi sono state spedite dal Prof. Barsoum che tentava in qualche modo di riallacciare il dialogo rinnovandomi sempre l’invito a fornirgli i campioni in mio possesso o, in alternativa, a fornirgli la posizione del ritrovamento.

28 marzo 2008
Hi Sandro, how are you? I hope all is well. Over here I am still battling the orthodoxy; it is getting tiring but I think we are making slow progress in convincing the world that the AE actually cast limestone. Anyway, I have a quick question to you.  Did you ever get a sample from the helix that you photographed? If you did can you send me a small piece? If not, can you tell me how can I get a small simple?. Let me know. Cheers. Michel
Ciao Sandro, come stai? Spero che tutto vada bene. Qui sto ancora combattendo contro l’ortodossia; sta diventando stancante, ma penso che stiamo facendo lenti progressi nel convincere il mondo che l’Antico Egitto ha effettivamente colato calcare. Comunque, ho una domanda veloce per te. Hai mai preso un campione dall’elica che hai fotografato? Se l’hai fatto, puoi inviarmi un piccolo pezzo? In caso contrario, puoi dirmi come posso ottenere un piccolo frammento? Fammi sapere. Saluti. Michel

Essendo ben a conoscenza della sua origine egiziana, del Cairo, era fin troppo facile prevedere che in possesso di tali informazioni sulla posizione avrebbe provveduto a mandare qualcuno a procurarseli. Impresa a dir poco improbabile data la difficoltà di individuazione sia per la vastità dell’area in considerazione, sia per il costante insabbiamento e, non per ultima, per la difficoltà nell’accedere oltre il perimetro consentito.

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Conclusione

Sono stato altre volte a Giza tornando nuovamente sulla posizione del fossile che, normalmente, non si mostra. Con l’azione abrasiva della sabbia che scorre, nel tempo, credo sparirà del tutto. Sono convinto che l’approfondimento delle analisi avrebbe ufficializzato importanti novità. Gli studi in questo settore, troppo spesso, si svolgono in precario equilibrio fra chi onestamente è animato da un sincero spirito di ricerca e altre entità, che spesso elargiscono anche i necessari finanziamenti, che tendono a fare propri i risultati conseguiti. Serve una volontà sincera, senza filtri, priva della tentazione di nascondere prove che metterebbero in discussione quanto scritto su tutti i libri fino ad oggi: la solita storia della tomba del faraone custode della sua anima e del suo tesoro. Non saprò mai se le ossa rinvenute siano quelle di un qualsiasi mammifero o di un uomo che ha lavorato alla realizzazione della Grande Piramide, e quando. Mi conforta, e mi onora, sapere che qualcuno, di certificata valenza scientifica, per qualche ragione, ha creduto in me, e, con me, in una diversa prospettiva della storia. Una storia che nella sua vera essenza non deve essere ancora rivelata!

Appendice per i curiosi che vogliono riflettere su certe sfumature

La Drexel University è un’università privata di ricerca di Filadelfia, in Pennsylvania. Venne fondata nel 1891 dal banchiere Anthony Joseph Drexel ed era inizialmente conosciuta come Drexel Institute of Art, Science and Industry. Anthony Joseph Drexel, che aveva origini austriache, nel 1871, entrò in società con John Pierpont Morgan e fondò la Drexel, Morgan & Co successivamente conosciuta come banca J.P. Morgan & Co. La banca, nel 1890, fu determinante per lanciare l’attività di Andrew Carnegie.

Buona riflessione!

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